CONCAS DE GHETTASIDA

Monte Ortobene – Beni Rustici

Sas concas de Ghettasida: quel passato agropastorale sull'Ortobene

Sas concas de Ghettasida si trovano nell’omonima località sul versante Nord-Est del Monte Ortobene e sono tra i rifugi meglio conservati della montagna. 

Sas concas” sono anfratti naturali, presenti in alcune rocce granitiche, veri e propri ripari sotto roccia plasmati dalla natura nel corso di milioni di anni, che sono stati da sempre utilizzati come rifugio dalle popolazioni che abitavano la zona. 

Sas concas de Ghettasida sono una vera e propria testimonianza di quel passato agropastorale che per secoli ha caratterizzato “Su Monte”. Gli anfratti e i piccoli ripari sono numerosi nella località, alcuni ben conservati, in altri invece la natura si è riappropriata dei propri spazi, lasciando cumuli di pietre. Questi umili rifugi, per anni sono stati utilizzati come ovili, sia per il mantenimento del bestiame, in modo particolare le capre, sia per dare riparo e rifugio ai pastori che pascolavano l’area. 

In modo particolare, sas concas de Ghettasida, si caratterizzano per la loro altezza. Infatti, rispetto alla maggior parte dei ripari sottoroccia presenti sul monte, solitamente più “bassi”, questi raggiungono un’altezza notevole, con il soffitto che può arrivare anche oltre i 3 metri di altezza. Il rifugio meglio conservato presenta una stanza alta con il soffitto annerito dai focolari accesi nel corso degli anni. La struttura muraria è in buone condizioni, soprattutto se paragonata ad altri antichi ripari presenti nella montagna. Poco più in basso, meno conservata rispetto alla prima, si trova un’altra “conca”. I muri in pietra sono ormai quasi del tutto crollati e le piante hanno invaso il suo interno; ma il piccolo rifugio mantiene comunque il suo fascino, anche grazie alla presenza di alcuni piccoli fori sulla roccia, scavati dalla natura nel corso di milioni di anni, che permettono il passaggio della luce. Tutto intorno sono poi numerosi gli anfratti e le costruzioni, anche se ormai compromesse. Alcune delle quali paiono riadattamenti di strutture più antiche.

L’assenza prolungata dell’uomo e degli animali ha permesso alla vegetazione di estendersi, mentre l’acqua e gli agenti atmosferici hanno alterato la distribuzione del terreno. Oggi è difficile immaginare l’aspetto originario della località. In passato, si accedeva alle “concas” attraverso un’antica strada in terra battuta, ora sommersa dalla vegetazione, che consentiva il passaggio dei cavalli e dei vecchi carri fino all’ingresso del rifugio principale. Davanti all’entrata, si estendeva infatti un ampio piazzale dove si svolgevano la maggior parte delle attività. Questo spazio è ormai scomparso, eroso dall’acqua e dal tempo: al suo posto si trova una ripida discesa, con terra e pietre franate per diversi metri. La località, originariamente di proprietà di Domenico Sanna, su mere, è stata vissuta e pascolata fino alla metà del secolo scorso. E le concas hanno mantenuto la loro funzione storica, offrendo un riparo sicuro anche agli ultimi pastori della zona. 

Ad oggi la natura ha ripreso il suo spazio, ma le rocce eterne rimangono a testimonianza di un passato fatto di umiltà e sacrificio a contatto con la natura. E le pietre, ancora ben disposte, fanno sognare e immaginare la vita vissuta tra quegli anfratti.

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