Il silenzio dell'astore

Monte Ortobene – Pensieri, poesie e racconti

Elci solenni, erboso limitare Di eremi deserti, un volo d’astore/ Nel mezzogiorno, palpiti di mare, Una preghiera, un canto di pastore.”, (Orthobène – Sebastiano Satta )

Chissà se il poeta intendesse decantare il vero Accipiter gentlis arrigonii o, dicendo “astore”, non si riferisse invece ad un altro rapace qualsiasi. Il dubbio sorge spontaneo in quanto i sardi dell’interno chiamano genericamente astore ogni specie di medie dimensioni. Tuttavia quel “Elci solenni, erboso limitare di eremi deserti” lascia intendere la conoscenza da parte del poeta del preciso legame dell’astore, quello vero, con la foresta, di cui è il sovrano assoluto. Questo rapace ha un aspetto arcigno, accentuato dal sopracciglio chiaro che incorona il capo degli esemplari adulti. Il maschio ha l’occhio rosseggiante che ne esalta ultenormente la fierezza. Il dorso è grigio scuro, il petto invece è chiaro fittamente barrato; la lunga coda è ornata da un vistosissimo sottocoda bianco. Predilige la caccia d’aspetto: posato da qualche parte attende la preda (soprattutto uccelli) che insegue e cattura grazie alla sua fulminea e straordinaria capacità di zigzagare nel groviglio del bosco. Il volo è molto silenzioso e, paradossalmente, a denunciarne il passaggio è proprio il silenzio immediato dei piccoli uccelli, che ne seguono trepidanti i movimenti. Ghiandaie e cornacchie grigie, sue prede preferite, invece appena lo avvistano inscenano una grande gazzarra per smascherarne la presenza. Una presenza più avvertita che realmente osservata. Da manuale, in proposito, quanto esclamò una bambina delle elementani durante una lezione all’aperto nei boschi dell’Ortobene. Eravamo seduti intorno ad una vecchia carbonaia quando passò. A dire il vero si trattava di un grosso sparviere; ma l’attraversamento del bosco è praticamente simile in entrambe le specie. “Maé, è come che sia passata qualcosa…” Ecco, questa sensazione di passaggio è la traccia più evidente che l’astore lascia dietro di sè.

La specie è ritenuta rara, meritevole di precise norme protettive. Nel Monte Ortobene a questo proposito è stata istituita una Zps (Zona di protezione speciale) proprio in virtù della sua presenza (insieme a quella dell’aquila reale e del falco pellegrino).

Domenico Ruiu

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