Le domus de Janas

Le testimonianze più antiche della presenza umana sul Monte Ortobene sono le domus de janas, tombe collettive scavate nella roccia risalenti al Neolitico Recente. Anche se non ci sono giunti resti evidenti di villaggi di quest’epoca si può ipotizzare che non sorgessero lontano dalle sepolture e che siano andati distrutti o non siano ancora stati scoperti. Inoltre come spesso accade sono proprio le tombe a darci delle notizie anche sugli insediamenti, infatti proprio dalla tipologia e dai luoghi in cui esse sorgono possiamo capire anche di che tipo erano i villaggi, la loro economia e le dimensioni. Le domus che si trovano sul Monte Ortobene o sulle sue pendici, sono costituite da 4 necopoli e 5 ipogei isolati, tutti scavati nel granito, ad un’altezza fra i  554 e i 130 m  s l m . Sono costituite da pochi ambienti, infatti la maggior parte sono monocellulari, e le più grandi hanno massimo quattro celle. Le necropoli hanno pochi ipogei; la più grande è quella di Maria Frunza che ne conta quattro mentre le altre sono costituite da due tombe. 

Questi dati ci permettono di ipotizzare che i villaggi dovevano essere di piccole dimensioni; inoltre è indicativo il fatto che la maggior parte di questi monumenti si trovino nella vallata di Marreri, dove si hanno maggiori risorse idriche e i terreni sono più adatti all’agricoltura e alla pastorizia, inoltre anche il clima più dolce, permetteva di vivere meglio. Comunque è da mettere in evidenza che questi ipogei hanno superfici ben levigate, sia nei portelli che negli ambienti interni, cosa molto importante dal momento che sono scavate su una roccia come il granito, poco adatta alla lavorazione. Nel complesso non si rivelano molti elementi architettonici e simbolici, cosa molto comune in tutte le domus del nuorese.

3300 a.C
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