LA LEGGENDA DELLA LINCE SULL'ORTOBENE
Monte Ortobene – Storie & Leggende
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Tra le rocce dell’Ortobene, la scoperta di un grosso felino ha alimentato storie e leggende
Monte Ortobene – Storie & Leggende
Tra le rocce dell’Ortobene, la scoperta di un grosso felino ha alimentato storie e leggende
La leggenda della lince sull’Ortobene è un racconto affascinante e poco conosciuto alla maggior parte delle persone, ma che è ancora vivo nella memoria delle generazioni più anziane di Nuoro. Molti anziani ricordano infatti che in passato fu avvistato, più di una volta, un particolare felino, tanto da alimentare l’idea che sul monte di Nuoro esistesse un animale sconosciuto, grosso e aggressivo, una lince.
Nonostante le testimonianze di avvistamenti siano state numerose nel passato, la presenza della lince sull’Ortobene, e in generale in Sardegna, è stata a lungo considerata una leggenda o una fantasia popolare, priva di riscontri scientifici.
I racconti che hanno come protagonista la lince sono per lo più basati su pochi e rari avvistamenti, e sulla convinzione di alcune persone che tra le rocce del bosco vivesse davvero un grosso felino e che quest’ultimo fosse quasi impossibile da scovare. La leggenda e i racconti, tuttavia, rimangono molto generici e le testimonianze non forniscono ulteriori dettagli o informazioni su questo animale misterioso.
Gli avvistamenti della “lince” sono stati diversi in passato, in particolare fino agli anni 60 del secolo scorso, ma mai confermati da prove concrete.
Ma allora, cosa c’è di vero in questi racconti? Esiste o è esistita davvero una lince sull’Ortobene?
Le prove documentali attualmente disponibili sono davvero poche. Aldilà di qualche vecchio articolo di giornale, ha una certa rilevanza una comunicazione giunta alla Società Zoologica Italiana nel 1908.
La comunicazione, scritta dal Dottore Pasquale Mola, attualmente risulta essere l’unico documento rilevante al riguardo.
Riportiamo integralmente il testo:
CONSIDERAZIONI
sopra un problematico incrocio di Felidi
Comunicazione alla SOCIETÀ ZOOLOGICA ITALIANA
del Socio Dott. PASQUALE MOLA
In alcune mie recentissime considerazioni a proposito di un felino imbalsamato ed esistente nel Museo di Zoologia della R. Università di Sassari, ebbi a dire: che esso è il portato di un incrocio dovuto allo accoppiamento di una Lynx sp. (?) con un Felis catus ferus. Ora avendo avuto il sig. Tarasconi Giovanni l’occasione d’imbalsamare un grosso felino catturato sulle rocce del circondario di Nuoro dal nobile Umberto Manca, ho voluto esaminare più attentamente se la mia affermazione fatta allora abbia, oppur no, ora la sua scientifica conferma.
L’aspetto di questo esemplare è assai fiero. Il corpo robusto e compresso misura la lunghezza di circa un metro; la coda è di 33cm; l’altezza al sommo del dorso è di circa 35 cm.
Il pelame è folto, lungo e morbido; sulla faccia si allunga a guisa di barbozza. Il colore è rossiccio lungo il dorso, quasi a forma di fascia; lateralmente però tende al rosso-bigio. Chiazze rosso-brune o bigio-brune si riscontrano sulla testa, sul collo, sulle spalle, sui fianchi. La parte inferiore del corpo, la parte interna delle gambe, nonché quella anteriore del collo e delle labbra, sono rossigne e tendenti al bianco sporco. Strie di color fulvo trasversali all’asse interrompono la uniformità del colore delle gambe.
La coda, uniformemente pelosa, presenta verso l’estremità tre grosse strie, a guisa di grossi anelli, di color nero che in mezzo al colorito bigio-chiaro della porzione di coda spiccano abbastanza. L’apice codale è dello stesso colorito delle strie.
La testa, piuttosto grande, presenta due strie di color nero, che partendo dalle fauci, includono gli occhi e si portano trasversalmente alla testa, dove vanno a perdersi nel collo.
Il padiglione delle orecchie è triangolare, ben pronunziato e acuminato: esso è sormontato da un ciuffetto caratteristico a guisa di un pennello, costituito di peli lunghi, rossicci tendenti al nero e ritti, lunghi circa 3cm.
Internamente al padiglione, il colorito dei radi peli è fulvo: invece è bruno inferiormente e rossiccio, tendente al nero, superiormente quello dei tolti peli che sono all’esterno.
Il grosso labbro superiore è fornito di mustacchi costituiti da parecchie file di lunghi e setolosi peli. Il pelame del muso è rossiccio: quello del naso, bianco sporco.
In complesso l’aspetto è abbastanza caratteristico.
Le zampe sono robuste e provviste di poderose unghie, acute e retrattili.
Da quanto asserisce il sig. Manca, esso fu trovato nella foresta del circondario di Nuoro, randagio su per quei massi rocciosi, fu scovato dai cani, i quali furono da esso assaliti e due anche rovinati, ciò fa arguire la sua grande forza e ferocia.
I caratteri innanzi detti di codesto felino messi a confronto con quelli degli altri felini del luogo, fanno ritenere che esso non è altro che una lince caratteristica propria della Sardegna, la quale, pur presentando i caratteri delle linci, non ha di comune con queste che i soli caratteri generici. Né è a dirsi che essa sia la lince pardina descrittaci dal Temmink nella sua “Monographie de Mammalogie” e che egli asserisce esistere in Sardegna: perché la diagnosi ne è negativa. Ed è perciò che io crederei opportuno assegnare a cotesta specie di felini un nome specifico che, rispondente alla regione ove vive, sarei propenso sia quello di Lynx Sardiniae – 1907.
Sassari, 5 dicembre 1907.
Parrebbe quindi che nella foresta di Nuoro sia stato dunque ritrovato un esemplare di felino molto grande, che addirittura abbia fatto pensare ad una specie autoctona di Lince Sarda.
Tuttavia, è importante sottolineare che questo documento non fornisce prove concrete dell’esistenza di tale creatura. Inoltre, il documento stesso fu smentito dai successivi studi di Alessandro Ghigi, zoologo e naturalista italiano che, nel 1911, identificò il felino quale grosso gatto selvatico. Si ebbe poi ulteriore conferma di questo studio nel 1981 dopo un attento esame sul felino imbalsamato.
Infine, c’è da tenere in considerazione che né nell’area dell’Ortobene, né all’interno del territorio regionale sardo, sono mai stati ritrovati resti di Lince, quali pellicce od ossa, e i rari avvistamenti non sono mai stati documentati.
In “Guida alla natura della Sardegna”, pubblicazione sulla fauna della Sardegna del 1973, nella sezione dedicata al Monte Ortobene si trova un ulteriore conferma:
“Non è improbabile che proprio dalle selve originarie dell’Ortobene, un tempo incommensurabilmente più folte e impenetrabili, provenisse al principio del secolo un felino singolare: « Esso fu trovato nella foresta del circondario di Nuoro, randagio su per quei massi rocciosi » scriveva il Mola « fu scovato dai cani, i quali furono da esso assaliti e due anche rovinati ». Una fiera misteriosa che impressionò talmente questo studioso, da indurlo a considerarla addirittura una nuova specie di lince! La storia della fantomatica « lince sarda » ha circolato cosi per lunghissimo tempo, mettendo a rumore gli ambienti scientifici: ma in realtà non si era trattato che di un grosso gatto selvatico sardo, forse un po’ più sviluppato e di pelliccia tanto folta, da apparire diverso dal normale.”
La leggenda della lince sarda, seppur priva di riscontri scientifici, ha continuato ad affascinare alcuni abitanti, tanto che, soprattutto nel centro Sardegna, la segnalazione di avvistamenti è continuata attivamente fino agli anni 60 del secolo scorso, ad oggi invece sempre più rari.
Ovviamente c’è da dire che il Monte Ortobene, con le sue meravigliose rocce scolpite dal tempo, il suo passato suggestivo e la sua rigogliosa flora, offre un’atmosfera magica e misteriosa che si addice perfettamente a racconti e leggende come quella del misterioso felino.
C’è tuttavia da fare una considerazione finale:
Il Monte Ortobene non ha bisogno di leggende metropolitane per mantenere il proprio fascino. Al di là delle storie sulla presunta lince misteriosa, esiste un felino particolare nella fauna sarda: il gatto selvatico sardo. Questa specie è estremamente difficile da avvistare e quasi impossibile da fotografare, essendo estremamente elusiva.
Purtroppo, in passato catturare un gatto selvatico era considerato un vanto, come testimoniano molti anziani di Nuoro. Questo ha contribuito a rendere la specie ancora più a rischio, poiché la caccia e il bracconaggio ne hanno decimato la popolazione.
Ad oggi, il gatto selvatico sardo ha bisogno di protezione e di una maggiore sensibilizzazione da parte della popolazione. È una specie unica e preziosa della fauna sarda, e la sua sopravvivenza dipende dalla nostra capacità di proteggere i suoi habitat dall’antropizzazione, di prevenire il bracconaggio e di limitare la presenza di gatti domestici e inselvatichiti in ambienti boschivi e protetti.
La lince del Monte Ortobene, dunque, rimarrà per sempre una leggenda, un racconto tramandato, ma anche un monito a preservare le specie che realmente abitano i nostri territori e a cui spesso non prestiamo la dovuta attenzione. E magari chissà che qualcuno, avventurandosi tra i rigogliosi sentieri de “Su Monte”, possa fare l’avvistamento di una delle creature più difficili da scovare, tanto imponente da aver dato voce a racconti e leggende, il Felis silvestris sarda, o più semplicemente noto come Gatto Selvatico Sardo.
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