Le cataclisti granitiche e i minoliti
Sull’Ortobene si possono riscontrare anche accumuli di quarzo in montagnole candide e cristalline, che incidono singolarmente il paesaggio, la più nota delle quali è ” Sinzale ‘e cherbos”, nel versante Nord del Monte. Ma la continuità e, soprattutto, la compattezza del plutone granitico è, talora, interrotta dalle cosiddette “cataclasiti granitiche”, che altro non sono se non “brecce di frizione”, originatesi in seguito al corrugamento alpino-appenninico. Com’è noto, infatti, la Sardegna, a causa della sua anima granitica, oppose resistenza al piegamento generale che si verificò durante tale orogenesi. Ma le immense pressioni, che si originarono, produssero nei graniti dell’isola, compresi quelli del Monte Ortobene, delle superfici di frattura soggette a scorrimenti e dislocazioni con direzioni prevalenti NS ed EW.
Lungo queste superfici di scorrimento le rocce appaiono frantumate dall’attrito e dalle pressioni e, mancando una vera pasta cementante, assumono un aspetto granuloso, talvolta quasi pulverulento: si formano così le brecce di frizione. Quando queste hanno aspetto notevolmente dissimile dalla roccia generatrice, indizio questo di intense azioni dinamiche con trasformazioni di tipo metamorfico, prendono il nome di “miloniti”. La loro formazione indica che la roccia, in prossimità dei piani di compressione, ha subito ingenti sforzi di taglio ed è stata frammentata e tirata nella direzione del movimento. Si tratta di rocce distrutte dalla deformazione, la cui tessitura dipende dall’ intensità dell’azione meccanica subita.