OSSERVAZIONI SUI
PARCHI EOLICI DI NUORO
Documenti
In relazione ai progetti di parchi eolici denominati “Perda Pinta” e “Intremontes“, l’Organizzazione OrthobenEssere desidera formalmente manifestare le seguenti osservazioni ed opposizioni che sono rese pubbliche ed inviate agli enti ed organi competenti.
Osservazioni/opposizioni
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Osservazione 1 – Il progetto è in contrasto con l’EINSTEIN TELESCOPE
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Osservazione 2 – Il progetto è in contrasto con il P.E.A.R.S
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Osservazione 3 – Carenza e superficialità dello studio Faunistico e Floristico
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3.1 Avifauna e rotte migratorie
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3.2 Flora locale
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2.3 ZONE PROTETTE e Rete Natura 2000
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Osservazione 4 – Economia, Turismo, Letteratura e Archeologia
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4.1 I Paesaggi di Grazia Deledda, Premio Nobel per la Letteratura
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4.2 Siti Archeologici
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Osservazione 5 – Diritti e principi fondamentali della Costituzione
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4.1 Visibilità degli aerogeneratori
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4.2 Paesaggio e comunità
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4.3 Coinvolgimento dei soggetti interessati
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Osservazione 5 – Mancanza di soluzioni alternative
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Conclusioni
Osservazione 1 – Il progetto è in contrasto con l’EINSTEIN TELESCOPE – ET (Rilevatore di Onde Gravitazionali)
Il Telescopio Einstein, noto anche come Einstein Telescope o ET, rappresenta un futuro rilevatore di onde gravitazionali di terza generazione attualmente oggetto di studio da parte di diversi enti scientifici all’interno dell’Unione Europea.
Questo progetto comporta un considerevole volume di investimenti, superiore a 4,5 miliardi di euro, con la prospettiva di generare circa 36.000 opportunità di lavoro nell’arco di nove anni. Inoltre, esso prevede importanti ricadute nell’ambito industriale, con un’attenzione particolare ai settori della meccanica di precisione, della sicurezza degli impianti e dell’automazione.
La Sardegna si configura come una delle candidature potenziali per ospitare il Telescopio Einstein, soprattutto in virtù della sua notevole stabilità sismica. Nello specifico, l’area di interesse è situata nell’agro del comune di Lula, in prossimità della miniera di “Sos Enattos”. Questo ambizioso progetto potrebbe attirare l’attenzione di scienziati, ricercatori e finanziamenti internazionali, contribuendo a conferire all’isola un ruolo di prestigio a livello globale.
Tuttavia, secondo il presidente dell’Istituto Italiano di Geofisica, Carlo Doglioni, le pale eoliche costituirebbero una minaccia per il Telescopio Einstein. Egli sottolinea che le vibrazioni prodotte da tali impianti potrebbero compromettere le ragioni che hanno portato alla scelta del sito.
Gli studiosi e gli esperti coinvolti nell’iniziativa sostengono che il Telescopio Einstein è così sensibile da rilevare anche le più piccole vibrazioni, rischiando di alterare i risultati e mettere in pericolo il sito selezionato. Il telescopio ha la capacità di rilevare le vibrazioni prodotte dagli impianti eolici a una distanza superiore a 11 chilometri, questa soglia si estende ulteriormente in base alle condizioni climatiche, stagionali e meteorologiche.
L’Einstein Telescope rappresenta un’opera di importanza strategica non solo a livello nazionale, ma anche comunitario. Esso gode del sostegno del ministero competente e dell’intero parlamento italiano.
In assenza di studi specifici che ne dimostrino la compatibilità, la realizzazione del parco eolico in questa vicina località presenta notevoli rischi che mettono in pericolo la realizzazione stessa del Telescopio Einstein.
Osservazione 2 – Il progetto è in contrasto con il P.E.A.R.S (Piano Energetico Ambientale Regione della Sardegna).
All’interno del Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna (P.E.A.R.S) è contemplata la tabella inerente la valutazione degli impatti ambientali. Alla voce “Eolico” rientrano i ricettori: SUOLO, ARIA, ACQUA, BIODIVERSITÀ E PAESAGGIO, FAUNA, FLORA.
Per quanto concerne gli impatti negativi si evidenzia: Emissioni elettromagnetiche a bassa frequenza, impatto visivo, modifiche habitat, rumore, modifiche habitat in fase di costruzione.
Al fine di mitigare gli impatti negativi sono necessarie delle “OPERE DI MITIGAZIONE- COMPENSAZIONE” indicate nel medesimo documento. Queste comprendono:
- aerogeneratori di colori brillanti, segnalatori sonori di pericolo, segnalazione conduttori con spirali e sfere colorate, bassa velocità di rotazione delle pale, STOP alle pale quando c’è intensa migrazione, distribuire aerogeneratori in ordine sparso.
- minimizzare disturbo dell’habitat e della vegetazione in fase di costruzione; minimizzare i rischi di erosione nella costruzione delle infrastrutture a servizio dell’impianto; ripristino della vegetazione dopo l’installazione dell’impianto; migliorare le aree vicine.
Nel progetto presentato, le opere di mitigazione sono carenti. In particolare non viene menzionata la velocità di rotazione delle pale e lo STOP alle pale in presenza di intensa migrazione. Il mancato STOP in questo specifico contesto potrebbe compromettere in maniera rilevante l’avifauna.
Osservazione 3 – Carenza e superficialità nello studio Faunistico e Floristico
- Nei documenti relativi allo “STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE” e seguente “QUADRO RIASSUNTIVO DEGLI IMPATTI ATTESI”, viene descritto il contesto ambientale e l’identificazione degli elementi generali di sensibilità senza però riportare un’accurata analisi sulle possibili conseguenze dello sviluppo dell’impianto. Non sono presenti, all’interno dei documenti, pareri di esperti sull’impatto nell’ambito della fauna e della flora locale.
- La Regione Sardegna, ai sensi della Legge 157/1992 e della Legge Regionale 23/1998, “persegue lo scopo di assicurare la conservazione della fauna selvatica e del suo habitat, con particolare riguardo alle specie minacciate, vulnerabili e rare, nonché alle specie e sottospecie endemiche” in attuazione della Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.)
3.1 Avifauna e rotte migratorie
L’area designata nel contesto del progetto è altresì una zona di attraversamento per volatili e rotte migratorie. In tale scenario, emergono rischi di rilievo: da un lato, si profila la potenziale compromissione degli habitat a causa dell’insediamento delle infrastrutture e della conseguente alterazione delle condizioni di accesso, con tutte le implicazioni ad esse connesse; dall’altro lato, si identifica un rischio intrinseco di collisione delle avifaune con la struttura dell’impianto eolico stesso. Si tenga in considerazione, in primo luogo, l’altezza indicativa di 135 metri dei singoli aerogeneratori, elemento che riveste notevole importanza nel contesto dell’analisi dei potenziali impatti.
Comunque, è assente una coscienziosa analisi dei rischi principali per la fauna selvatica volatile, che sono:
- la collisione durante il volo,
- la perturbazione e spostamento,
- l’effetto barriera,
- perdita e degrado di habitat.
Un ottimo riassunto dei principi da osservare è stato redatto dalla stazione ornitologica svizzera di Sempach:
“ …l’uso dell’energia eolica è rispettoso degli uccelli solo se, già a partire dalle prime fasi di progettazione, vengono rispettati i seguenti principi:
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zone con presenza di specie di uccelli minacciate della Lista Rossa particolarmente esposte al pericolo di collisioni e/o sensibili ai disturbi, devono essere mantenute libere, inclusa una fascia tampone, da impianti per la produzione di energia eolica;
- zone di protezione degli uccelli acquatici e migratori, zone di protezione della natura, paesaggi e monumenti naturali di importanza nazionale ecc. devono essere mantenuti liberi da impianti per la produzione di energia eolica;
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in tutti gli altri luoghi gli influssi sugli uccelli di un impianto eolico e dell’infrastruttura ad esso collegata vanno chiariti per tempo nella fase di progettazione. A partire da una potenza di 2,5 megawatt, la Stazione ornitologica chiede inoltre che per ogni impianto eolico venga effettuato uno studio d’impatto ambientale
Riassumendo, nella scelta tra le varie ubicazioni vale il principio:
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evitare ubicazioni che presentino un forte rischio di conflitti
- minimizzare gli effetti sugli uccelli
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se possibile, compensare eventuali perdite di habitat con misure di sostituzione”
All’interno delle documentazioni esaminate, risulta assente qualsiasi riferimento a studi o ricerche che possano fornire un’analisi dell’eventuale impatto degli aerogeneratori sull’avifauna. La documentazione si limita esclusivamente a menzionare la possibilità di attuare misure di mitigazione nel corso dell’attività operativa. In tale contesto, si osserva una mancanza di evidenza scientifica o di valutazioni specifiche circa l’effettiva incidenza dell’opera proposta sull’avifauna locale. Pertanto, è doveroso uno studio preventivo approfondito al riguardo.
3.2 Flora locale
La regione in questione, destinata alla possibile realizzazione di un parco eolico, attraversa una porzione di territorio costellata da boschi di querce da sughero, che rivestono un ruolo di fondamentale rilevanza sia dal punto di vista ambientale che economico.
È opportuno notare che la Regione Autonoma della Sardegna ha emanato una legislazione specificamente volta alla salvaguardia delle piante di quercia da sughero e degli ecosistemi di sugheraie, riconoscendole come elementi essenziali dell’ambiente, del paesaggio, dell’economia e del patrimonio. Si fa riferimento alla Legge Regionale 9 febbraio 1994, n. 4, la quale disciplina e fornisce incentivi a favore dell’attività sughericola, apportando inoltre modifiche alla Legge Regionale 9 giugno 1989, n. 37, concernente “Disciplina e provvidenze a favore della sughericoltura e dell’industria sughericola”.
Ulteriormente, si deve fare menzione della Legge Regionale 8/2016, che si impegna nella valorizzazione dell’attività sughericola attraverso l’introduzione di modelli e pratiche di gestione selvicolturale. Questo approccio trova fondamento nell’indiscutibile importanza economica e ambientale del settore sughericolo nella regione sarda.
Per quanto concerne la realizzazione degli impianti e il passaggio dei cavidotti, non è presente alcuno studio in merito all’impatto sulla flora locale.
3.3 ZONE PROTETTE e Rete Natura 2000
A sud-ovest dell’area di impianto, a soli 5,7 km di distanza dall’aerogeneratore più vicino, nel territorio di Nuoro è presente la Zona di Protezione Speciale del Monte Ortobene – ZPS ITB023049.
Tale ZPS è stata istituita con lo scopo di preservare l’Aquila reale e altre sei specie di uccelli che qui trovano un habitat e rifugio essenziali per la loro sopravvivenza. L’identificazione e delimitazione di questa ZPS sono state effettuate seguendo rigorosi criteri scientifici, i quali hanno messo in luce l’importanza ecologica di questa area e la necessità impellente di proteggerla.
Le specie protette presenti nella ZPS ITB023049 includono:
- Aquila reale (specie appartenente all’allegato I della Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE)
- Astore sardo
- Pernice sarda
- Falco Pellegrino
- Averla piccola
- Magnanina
- Magnanina sarda
Le specie protette, in particolare l’Aquila Reale, sono soggette a tutela ai sensi di diverse normative europee, nazionali e regionali.
In ambito europeo, è rilevante la Direttiva Uccelli (Direttiva 2009/147/CE del Consiglio del 30 novembre 2009), mentre a livello nazionale vengono applicate la Legge 157/92, che tutela la fauna selvatica e la conservazione degli habitat naturali, e la Legge 394/91, che istituisce il Sistema Nazionale delle Aree Protette.
Inoltre, la Legge 968/77 offre protezione ai rapaci in generale, con particolare enfasi sulla Legge 157/92, che stabilisce disposizioni specifiche per la tutela dell’Aquila Reale.
È importante sottolineare che, in media, le coppie di Aquila Reale richiedono territori che spaziano da 20 a 80 km², sia per la nidificazione che per l’area di caccia. La presenza di un impianto di aerogeneratori alto 135 metri a soli 5 km di distanza rappresenterebbe una fonte di disturbo estremamente nociva per la sopravvivenza di questa specie. Di conseguenza, il progetto proposto risulta del tutto incompatibile con la situazione attuale e con l’obiettivo di preservare queste specie protette e i loro habitat.
In merito alla Rete Natura 2000 si fa inoltre presente che:
- La normativa europea e nazionale prevede chiaramente che “ogni piano e progetto che possa avere effetti su uno o più siti Natura 2000 deve essere soggetto a una valutazione di incidenza”; diverse sentenze della Corte di Giustizia europea e le Linee Guida sulla Valutazione di Incidenza emanate dal Ministero dell’Ambiente, chiariscono che la procedura di valutazione di incidenza deve essere obbligatoriamente attivata anche quando un “progetto o piano”, pur trovandosi all’esterno di siti Natura 2000, può interferire con la presenza di Habitat e/o specie tutelati che si trovano nei siti Natura 2000 limitrofi al progetto o qualora il progetto interferisca con specie o habitat tutelati dalle Direttive Comunitarie.
- Le interferenze del parco eolico possono essere dirette e concrete, e rivolte a specie di Uccelli e Mammiferi tutelati dalle Direttive Comunitarie e presenti nell’area di progetto;
- La descrizione naturalistica proposta nel progetto non può sostituire in nessun modo un vero e proprio studio di incidenza ambientale richiesto dalle normative, in quanto non si articola come previsto dalle linee guida regionali, nazionali e comunitarie.
Le direttive in materia ambientale dell’UE e la costruzione di parchi eolici
Per quanto riguarda i nuovi impianti eolici, vi sono due aspetti delle direttive dell’UE da tenere in particolare considerazione a seconda della sede dell’impianto:
- in corrispondenza dei siti Natura 2000 e delle zone limitrofe: ogni nuovo parco eolico che possa avere effetti su uno o più siti Natura 2000 deve essere soggetto a una valutazione di incidenza graduale e, se del caso, prevedere l’applicazione delle necessarie garanzie procedurali di protezione delle tipologie di specie e habitat di interesse comunitario;
- ovunque nel territorio dell’UE: le due direttive prevedono altresì che gli Stati membri proteggano le specie di interesse comunitario nella loro area di ripartizione naturale in tutta l’UE (cfr. articolo 5 della direttiva Uccelli e articolo 12 della direttiva Habitat). Pertanto, ogni nuovo parco eolico deve altresì prendere in considerazione i possibili impatti sulle specie di interesse comunitario (contemplate dalle due direttive) anche all’esterno dei siti Natura 2000.
Il documento della Commissione Europea del 2019: “Gestione dei siti Natura 2000. Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva 92/43/CEE (2019/C 33/01)” conferma:
“La valutazione d’incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, progetto o attività che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della direttiva “Habitat” con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale.
È bene sottolineare che la valutazione d’incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all’interno delle aree Natura 2000, sia a quelli che, pur sviluppandosi all’esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.
In altri termini, se la valutazione di incidenza non consente di accertare che il piano o il progetto non pregiudicherà l’integrità del sito Natura 2000, l’autorità non può esprimere il proprio consenso.
Le valutazioni VAS/VIA, infatti, sono state concepite per rendere le autorità preposte alla pianificazione pienamente consapevoli delle implicazioni ambientali del piano o del progetto proposti, affinché possano tenere in considerazione tali implicazioni nella loro decisione finale.
Aspetto ancor più grave, non è presente un piano operativo strutturato per minimizzare il disturbo dell’habitat durante e post la fase di costruzione. Non pervengono pareri di esperti in merito alle possibili conseguenze sulla flora e sulla fauna locale.
Osservazione 4 – Economia, Turismo, Letteratura e Archeologia
L’area in esame si colloca, più precisamente, nella porzione sud-occidentale della regione storica del Nuorese, al margine con la Barbagia. In particolare, i 15 aerogeneratori in progetto sono localizzati trasversalmente nel settore occidentale del territorio comunale di Nuoro, sviluppandosi tra il limite comunale a nord e quello a ovest.
Si fa osservare che l’area in oggetto costituisce uno dei contesti paesaggistici più suggestivi e iconici della regione sarda. Tale contesto si contraddistingue per l’alternanza di formazioni montuose granitiche e calcaree di notevole rilevanza. Elementi distintivi di tale paesaggio comprendono il Monte Gonare, il Corrasi, l’Ortobene e la spettacolare vista panoramica che abbraccia il massiccio del Gennargentu.
Queste località vantano una rinomanza di scala internazionale, in virtù del loro paesaggio straordinario, il quale è stato eloquentemente descritto dalla scrittrice insignita del Premio Nobel, Grazia Deledda.
È risaputo che è grazie alla bellezza dei luoghi, con i suoi paesaggi incontaminati, che la Sardegna attrae ogni anno un gran numero di turisti.
Pertanto è da tenere in considerazione che gran parte delle imprese economiche, con ubicazione nei territori indicati, abbiano interesse nel preservare il paesaggio. Nel merito non è presente alcun parere di esperti del settore, né alcun tipo di analisi sulle eventuali ricadute che l’impianto potrebbe comportare al settore economico-turistico.
Tenendo presente che il turismo per la Regione Sardegna è uno dei maggiori settori economici trainanti (in forte espansione), è doveroso uno studio preliminare in questo campo, compiuto da figure autorevoli.
4.1 I Paesaggi di Grazia Deledda, Premio Nobel per la Letteratura
Grazia Deledda, una delle preminenti scrittrici sarde e italiane del XX secolo, fu insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1926. Nata a Nuoro nel 1871, la sua opera letteraria si distingue per una profonda dedizione alla rappresentazione dei paesaggi della Sardegna, i quali spesso emergono come i veri protagonisti delle sue opere narrative.
Il paesaggio sardo descritto da Deledda si manifesta aspro ed essenziale, ma al contempo intriso di un fascino avvolgente e di mistero. Spesso, esso costituisce un suggestivo sfondo per le vicissitudini dei suoi personaggi e storie, risultando intrinsecamente connesso alla cultura e alle tradizioni degli abitanti dell’isola, che ne sono profondamente permeati.
Emerge con particolare evidenza la sua descrizione del paesaggio del centro della Sardegna, con una specifica attenzione alle aree coinvolte nel progetto in questione. La sua penna è straordinariamente sensibile ai dettagli, catturando le sfumature più sottili e le peculiarità di ogni luogo. Questo acume è amplificato dal fatto che la famiglia della scrittrice possedeva terreni situati proprio nella località di “Sa Serra“, nelle aree oggetto della richiesta di impianto. Pertanto, la scrittrice ha avuto l’opportunità di immergersi in questi territori, conferendogli un’immortalità e una rilevanza di interesse ambientale, culturale e letterario di livello internazionale.
4.2 Siti Archeologici
Il progetto in esame è situato in un’area di notevole rilevanza archeologica, caratterizzata dalla presenza di diversi complessi di epoca nuragica che attestano l’importanza storica di tale località. Conformemente a quanto illustrato nel progetto presentato, i generatori eolici sono collocati in prossimità dei siti di interesse archeologico, manifestando una vicinanza che risulta sconveniente e che viola il rispetto dovuto ai complessi archeologici in questione.
In particolare, è da evidenziare la vicinanza del progetto al sito nuragico di Noddule, uno tra i più eminenti della zona. Tale complesso nuragico consta di una serie di componenti, tra cui un nuraghe di struttura complessa, un santuario dedicato al culto delle acque dotato di una fonte sacra di inestimabile valore, capanne, cerchi megalitici e una tomba dei giganti. Il sito è ubicato lungo la SS389, in direzione di Orune e Bitti, al chilometro 86, a soli 100 metri dal bivio per Benetutti. Il nuraghe complesso si eleva per circa 10 metri ed assume una conformazione polilobata.
Il Complesso Nuragico di Noddule costituisce un eloquente esempio di architettura nuragica, e rappresenta una testimonianza storica e culturale di fondamentale importanza per la Sardegna antica. Pertanto, si configura come un sito storico e turistico di rilievo, riflettendo la ricchezza della storia e della cultura dell’antica Sardegna. La vicinanza del progetto proposto a questa preziosa area archeologica solleva serie preoccupazioni in merito alla sua preservazione e dovrebbe essere oggetto di attento riesame.
Altri siti archeologici situati nelle estreme vicinanze sono:
- Nuraches
- Nurdole I (Fonte nuragica di Nurdole, parte integrante del nuraghe)
- Nurdole II (Pozzo sacro nuragico costruito in trachite)
- Nuraghe Loghelis
- Nuraghe Sa Preda Longa (nuraghe monotorre con camera marginata da due nicchie. Costruito in granito. Nei pressi si trova una capanna nuragica).
- Nuraghe Sa Ficarba
- Struttura nuragica Porcopi
- Nuraghe s’Abba Viva (Nuraghe complesso di tre torri)
- Nuraghe Noddule (nuraghe complesso di 4 torri)
- Pozzo nuragico di Noddule (fonte nuragica costruita in granito e trachite)
- Nuraghe de Orizanne
- Nuraghe Lardine
- Nuraghe Pedra Pertusa
All’interno dei documenti progettuali, si rileva una omissione evidente riguardo alla menzione e all’analisi dei siti archeologici, i quali, notevolmente, non sono oggetto di alcuna considerazione. Tale omissione costituisce una manifesta incompatibilità con le disposizioni normative vigenti a livello europeo, nazionale e regionale.
In particolare, si fa notare che il progetto si pone in netto contrasto con le seguenti normative:
- La Legge 1089/1939, la quale promuove la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici, sancendo principi fondamentali di tutela.
- Il Decreto Legislativo 42/2004, che recepisce e attua la direttiva europea 2001/18/CE in materia di tutela del patrimonio culturale. Tale normativa riveste un’importanza cruciale nella preservazione del nostro patrimonio culturale.
- La Legge regionale 14/2006, che stabilisce le norme relative ai beni culturali, agli istituti e ai luoghi della cultura nella regione in questione.
- La Legge regionale 20/2006, la quale si concentra sulla tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, della Sardegna.
In luce di quanto esposto, risulta evidente che il progetto in discussione contravviene in maniera manifesta a tali disposizioni normative di rilevanza e interesse internazionale. Si rende pertanto necessario un approfondito riesame del progetto al fine di garantire il pieno rispetto e la tutela dei siti archeologici e del patrimonio culturale e paesaggistico connesso, conformemente agli obblighi normativi esistenti.
Osservazione 5 – Principi fondamentali della Costituzione Italiana
La tutela del paesaggio e dell’ambiente rientra tra i principi fondamentali della costituzione della repubblica italiana.
All’Articolo 9:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”
5.1 Visibilità degli aerogeneratori
Dalle colline più suggestive e incontaminate del territorio circostante, dai percorsi naturalistici ed ambientali, dai complessi rocciosi, dai panorami mozzafiato delle vette limitrofe, sarà inevitabilmente presente un progetto che comporterà un’impronta visiva di notevole entità su tutti questi aspetti.
L’impianto eolico proposto avrà un impatto visivo di considerevole portata sul paesaggio suggestivo e peculiare della regione centrale della Sardegna, modificandone in modo sostanziale l’aspetto.
5.2 Paesaggio e comunità
Considerata dunque la visibilità dell’impianto eolico, esso potrebbe compromettere in modo rilevante il paesaggio suggestivo del centro dell’isola, nella fascia di territorio compresa tra i comuni indicati nel suddetto progetto. I cittadini potrebbero veder leso il proprio diritto garantito dalla costituzione all’articolo 9.
Si tenga in considerazione che l’elemento “paesaggio” in Sardegna ha un elevato ruolo a livello sociale, culturale, tradizionale, ambientale oltre che economico. La costruzione dell’impianto deve ottemperare alle esigenze della comunità, in rapporto ai costi-benefici.
Il paesaggio nelle circostanti zone montane subirebbe un effetto di notevole impatto visivo, in particolare da luoghi come il Supramonte, il Montalbo, il Monte Ortobene, il Monte Gonare e simili. Tale impatto comprometterebbe irrimediabilmente il panorama, che è stato magistralmente descritto dalla cittadina Nuorese insignita del premio Nobel, Grazia Deledda.
In particolare, il progetto avrebbe un’influenza significativa sul panorama visibile dalla statua del Redentore, posta a un’altitudine di 925 metri sul Monte Ortobene. Quest’opera imponente, dotata di un peso culturale, tradizionale e religioso rilevante per l’intera isola, si presenta con una mano benedicente rivolta verso la città di Nuoro e l’intera Sardegna. Il volto del Redentore si dirige verso la città e il territorio circostante. Il progetto si estenderebbe esattamente di fronte al campo visivo vigile e protettore del Redentore, influenzando e compromettendo uno dei panorami più belli, suggestivi e affascinanti del mondo.
Cittadini, enti, liberi professionisti ed operatori economici che operano in ambiti dove il paesaggio assume un ruolo determinante, potrebbero subire conseguenze negative non prevedibili e non analizzate all’interno del progetto Manca un’analisi condotta da esperti nel settore anche per l’impatto sul Paesaggio.
5.3 Coinvolgimento dei soggetti interessati
Si tiene presente che manca il coinvolgimento degli stakeholders regionali e di tutti i soggetti potenzialmente interessati, quali: istituzioni; attori del mondo economico-produttivo; associazioni; professionisti e relativi ordini; università; utenti domestici. Soggetti dai quali sarebbe opportuno ricevere considerazioni in merito all’eventuale realizzazione del progetto.
Osservazione 6 – Mancanza di soluzioni alternative
Considerati gli impatti importanti delle opere in progetto su paesaggio e ambiente, è indicato ricercare possibilità alternative sia per la produzione di energia rinnovabile, sia per il sito dell’impianto.
L’art. 22 D.Lgs 152/2006 e s.m.i. co. 3 lettera d) prevede che lo studio di impatto ambientale contenga “una descrizione delle alternative ragionevoli prese in esame dal proponente, adeguate al progetto ed alle sue caratteristiche specifiche, compresa l’alternativa zero, con indicazione delle ragioni principali alla base dell’opzione scelta, prendendo in considerazione gli impatti ambientali”.
La procedura della Valutazione d’Incidenza prevede esplicitamente che la decisione di proseguire con un piano o un progetto è soggetta alle condizioni e ai requisiti di cui all’articolo 6, paragrafo 4 (Direttiva Habitat). In particolare, occorre dimostrare che:
- l’alternativa proposta per l’approvazione è la meno dannosa per gli habitat, le specie e l’integrità del sito Natura 2000 interessato, a prescindere dalle considerazioni economiche, e non ci sono altre alternative possibili che non presentino effetti pregiudizievoli per l’integrità del sito;
- sussistono motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi «motivi di natura sociale o economica»;
- sono previste tutte le misure compensative necessarie per garantire la tutela della coerenza generale di Natura 2000.
Manca dunque la comparazione di possibili soluzioni alternative all’impianto Eolico.
Manca la comparazione di possibili soluzioni alternative di ubicazione in altri siti di minore impatto ambientale, culturale e paesaggistico, nonché la ponderata valutazione di non procedere alla costruzione.
Conclusioni
Tenendo in considerazione le premesse e osservazioni sopra indicate si fa notare quanto segue:
Per quel che concerne l’Osservazione 1: In mancanza di indagini scientifiche esaustive e dettagliate, in virtù della sua contiguità geografica all’area di interesse destinata all’installazione dell’Einstein Telescope, il progetto eolico in esame manifesta rischi sostanziali, i quali concretamente minacciano la realizzazione del telescopio, un’imponente iniziativa di rilevanza nazionale ed europea.
Per quel che concerne l’Osservazione 2: Si rende necessario esaminare la conformità alle direttive e alle disposizioni del Piano Energetico Ambientale della Regione Sardegna (P.E.A.R.S), con particolare enfasi sull’analisi delle strategie volte a mitigare l’impatto ambientale derivante dall’implementazione delle opere in questione.
Per quel che concerne l’Osservazione 3: È imperativo procedere con l’integrazione di uno studio faunistico e floristico locale accuratamente condotto da esperti esterni al contesto del progetto, qualificati in materia. Tale iniziativa deve essere compiuta tenendo debitamente in considerazione le disposizioni normative a livello europeo e nazionale applicabili alle aree protette e alla Rete Natura 2000. Al momento, risulta palese la completa incongruenza del progetto in esame con le attuali leggi di tutela del patrimonio faunistico e floristico. In particolare, il progetto eolico presenta gravi irregolarità rispetto ai regolamenti che governano la Rete Natura 2000 e le relative Zone di Protezione Speciale (ZPS). La prossimità degli aerogeneratori alla ZPS ITB023049, designata per la conservazione dell’Aquila Reale e di altre sei specie di uccelli, rende il progetto inattuabile in accordo con le direttive nazionali e comunitarie. In particolare, tra le altre, alla Direttiva 92/43/CEE (2019/C 33/01), la quale stabilisce che, in assenza di un’accurata certezza che il piano o il progetto non comprometterà in alcun modo le specie protette dal sito Natura 2000, l’autorità competente non è abilitata a concedere il proprio consenso alla realizzazione del progetto medesimo.
Per quel che concerne l’Osservazione 4: Svolgere un’analisi preventiva sulle possibili conseguenze negative nel settore economico, turistico, letterario ed archeologico.
Il progetto è localizzato in una delle aree appartenute alla famiglia della scrittrice premio Nobel Grazia Deledda, magistralmente descritte e rese di interesse paesaggistico e letterario di rilevanza mondiale.
Inoltre, il progetto in questione si colloca nelle immediate vicinanze di alcuni tra i siti archeologici più significativi del Nuorese. Tali siti non vengono menzionati né adeguatamente considerati nei documenti di progetto presentati.
È pertanto fondamentale sottolineare che, in base alle normative attualmente vigenti per la tutela del patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico, il progetto in esame risulta essere in totale incompatibilità con tali disposizioni.
Per quel che concerne l’Osservazione 5: Nel contesto dell’analisi condotta, è imperativo valutare attentamente la possibile lesione dei diritti dei cittadini garantiti dalla Costituzione Italiana, in particolare quelli enunciati nell’articolo 9.
Il progetto in questione prevede la realizzazione di un impianto in una delle aree paesaggistiche più suggestive della Sardegna, precisamente di fronte alla maestosa Statua del Redentore, collocata sull’Ortobene. Questo scenario incantevole è considerato di valore inestimabile sia dal punto di vista estetico che culturale, rappresentando un patrimonio irripetibile per l’intera comunità sarda.
La realizzazione dell’impianto in una posizione così significativa comprometterebbe irrimediabilmente questo panorama unico, minando così la salvaguardia dell’identità culturale e paesaggistica della Sardegna. Tale danno paesaggistico deve essere valutato attentamente alla luce degli obblighi costituzionali di protezione del patrimonio ambientale e culturale.
Un ulteriore aspetto rilevante da considerare è il mancato coinvolgimento dei soggetti interessati nel processo decisionale riguardante il progetto. La mancanza di un coinvolgimento adeguato di tutte le parti interessate solleva preoccupazioni significative in merito alla trasparenza e alla legittimità del processo decisionale stesso.
Per quel che concerne l’Osservazione 6: Si proceda ad enumerare potenziali soluzioni alternative caratterizzate da un impatto ambientale e paesaggistico meno significativo. Tra le alternative, esaminare attentamente la fattibilità di individuare un sito alternativo con minori conseguenze ambientali, nonché la ponderata valutazione di non procedere affatto alla costruzione.
Tali osservazioni, redatte dallo staff dell’organizzazione di volontariato OrthobenEssere, sono inviate agli enti ed organi competenti.
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