Punta Goriana

Monte Ortobene – Siti Archeologici

Premessa

Il Monte Ortobene non è soltanto un luogo di grande fascino naturalistico, ma custodisce un ricco passato e tutto da scoprire. Tra le sue pendici si possono rintracciare segni di antichi insediamenti umani, risalenti al Neolitico recente e alla prima età dei metalli, in particolare tra la fine del IV millennio e tutto il III millennio a.C. Le testimonianze di queste presenze comprendono non solo le celebri Domus de janas, ma anche ritrovamenti di materiali litici, ceramici e manufatti in ossidiana.

La leggenda del Gigante Golia

Sul versante orientale del monte, il paesaggio diventa aspro e vertiginoso, costellato da imponenti formazioni di roccia granitica che, al tramonto, si tingono di un suggestivo arancione rosato. Queste rocce, simili a sentinelle silenziose, sembrano vegliare su segreti antichi e misteriosi, avvolti in un alone di leggenda.

Gli anziani del tempo, hanno infatti narrato la leggenda che, proprio su questo versante tra i grandi affioramenti granitici, dimorava un gigante malvagio di nome Golia, che in un passato remoto avrebbe eretto la sua dimora su queste alture.

Punta Gòriana (o Gùriana)

Tra le varie formazioni rocciose, una in particolare cattura l’attenzione: Punta Goriana (o Guriana). Questa sporgenza granitica, simile a un enorme “tacco” spezzato, si staglia maestosa, divisa in due da una profonda fenditura. Proprio all’interno di questa frattura, quasi nascosto come un tesoro segreto, si trovano i ruderi di un’antica costruzione, una sorta di muraglia realizzata con i massi granitici del luogo.

Punta Goriana è una delle principali alture fortificate del Monte Ortobene, nonché la meglio conservata. La datazione della struttura resta incerta e le teorie sulla sua funzione sono molteplici. Tuttavia, per via del tipo di costruzione e della sua posizione strategicamente incastonata nella roccia, una delle ipotesi più accreditate è che si trattasse di una sorta di “vedetta” risalente probabilmente agli albori dell’età nuragica(?).
Ovviamente, come per la maggior parte delle costruzioni di questo tipo, è senz’altro stata utilizzata anche in epoche successive.

Struttura e posizione strategica

La fortificazione è composta da un muro principale che presenta un ampio ingresso sormontato da un architrave, con una caratteristica finestra di scarico. Lo spazio interno è piuttosto angusto: superato l’ingresso, si accede subito a una breve scalinata che probabilmente conduceva a un livello superiore. Al termine delle scale, sulla destra, si nota una piccola struttura circolare. Si tratta forse dei resti di un basamento? o di una piccola tholos crollata? Dare una risposta certa è complesso, ma sembra plausibile che la struttura si elevasse per alcuni metri oltre il livello attuale. A sostegno di questa ipotesi vi sono le numerose pietre crollate alla base dell’altura e soprattutto lo spazio limitato che impediva un’espansione orizzontale: dunque, le pietre dovevano senz’altro appartenere a sezioni più alte della costruzione originaria.

L’ambiente decisamente ristretto e la posizione arroccata strategica, avvalorano ulteriormente l’idea che la struttura fosse utilizzata come punto di osservazione. Da qui, il panorama è spettacolare: è possibile intravedere numerosi degli elementi chiave per l’epoca, come il mare, le formazioni rocciose più caratteristiche e gran parte della vallata del Cedrino. Quest’ultima, in particolare, costituiva una delle principali vie commerciali e di comunicazione del centro Sardegna, rendendo questo punto una posizione privilegiata per il controllo del territorio.

Il Monte Ortobene quindi non è solo un tesoro di bellezze naturali, ma anche un luogo intriso di storia, che offre preziose testimonianze delle antiche civiltà che lo hanno abitato. Alture fortificate, come Punta Goriana, rappresentano non solo affascinanti enigmi archeologici, ma anche punti di osservazione privilegiati sul paesaggio circostante, rivelando l’importanza strategica e culturale di questa zona nel passato. Scoprire il Monte Ortobene significa immergersi in un viaggio senza tempo, tra natura, storia e leggenda.