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Una sezione dedicata ai beni rustici del Monte Ortobene:
- “Concas” e rifugi sotto roccia
- Antichi ovili
- Vecchie casette e costruzioni
- Ruderi
Introduzione ai beni rustici del Monte Ortobene
Il Monte Ortobene fu abitato da popolazioni del Neolitico recente e della prima età dei metalli (Eneolitico e primo Bronzo) sin dalla seconda metà del quarto millennio e per tutto il terzo millennio A.C. Lo attestano le diverse testimonianze presenti sul territorio: tombe ipogeiche (Domus de janas). Ma le Domus de Janas non sono l’unica testimonianza della presenza di popolazioni antiche.
Le “Concas” sono degli anfratti naturali presenti in alcune rocce granitiche, parliamo di veri e propri ripari sotto roccia. Queste strutture, realizzate dalla natura in milioni di anni, sono state da sempre utilizzate come rifugio dalle popolazioni che abitavano la montagna.
Nel periodo preistorico la presenza umana all’interno delle “Concas” è testimoniata dal ritrovamento di vasellame e alcuni utensili primitivi. Ma questi utili rifugi naturali sono stati utilizzati ampiamente nel corso dei secoli, soprattutto nel mondo agropastorale per mantenere il bestiame o per dare riparo al pastore.
Le Concas del Monte Ortobene hanno storie tutte da raccontare e furono usate e vissute fino alla metà del ‘900.
Per quanto concerne il periodo più moderno, vi sono poi storie e racconti di luoghi perduti, antiche costruzioni e piccoli centri abitati. I ricordi di questi borghi abbandonati sono così menzionati nel Dizionario Angius Casalis del 1800 nel quale vi è scritto: Vedonsi vestigie nel luogo detto Sedda Ortai, e pajono essere d’un’antica fortezza. Alcuni pastori scavando nelle vicinanze, scoprirono alcuni cannoni di piombo, che furono per acquidotto, e varie altre anticaglie. In Sadìri, in Ivana, in Muruapertu, furono trovate fondamenta e medaglie romane. Più chiare sono siffatte orme alla falda dell’Ortovene, incontro al paese, nel luogo detto Sèuna. È antica tradizione che ivi esistesse una popolazione, e si riferisce al tempo della regina Leonora (Eleonora d’Arborea), al giudizio della quale i vicini Seunesi e di Nuoro sottomisero i loro rispettivi diritti sul ghiandifero di Orthobene.
Le “Concas“, gli storici Ovili, i borghi scomparsi, le vecchie casette e costruzioni, i muretti a secco, i tanti ruderi ecc. appartengono al patrimonio dei beni Rustici del Monte Ortobene.
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