CUBILES DE CURULAI

Monte Ortobene – Beni Rustici

Tra la selva dell'Ortobene: Sos cubiles de Curulai

Sul versante nord-ovest del Monte Ortobene, nei pressi della località Curulai, sono presenti numerose antiche tracce di insediamenti e attività agropastorali di datazione incerta.

Gli ovili meglio conservati sono due, ma tutto intorno si trovano diversi ruderi immersi nella folta vegetazione e numerosi antichi terrazzamenti. I terrazzamenti si estendono su tutta l’area e arrivano fino alla strada principale, nei pressi dei ruderi della chiesa campestre di Sa Itria.

L’ovile meglio conservato ha una forma circolare ed è caratterizzato da un’accurata disposizione delle pietre, che ha garantito una buona stabilità della struttura, rimasta pressoché integra fino ad oggi, eccetto la copertura. L’altezza della costruzione è notevole, soprattutto se paragonata ad altre strutture situate sull’Ortobene. La parete meglio conservata raggiunge circa 1,80 metri.

All’interno, l’ambiente è relativamente spazioso e nella parete opposta all’ingresso è presente un’ampia nicchia contenente vecchi cocci di tegole. Non è presente “su fochile”, ma, data l’altezza, la nicchia e il tipo di costruzione, si può supporre che il focolare sia stato rimosso successivamente o risulti sotterrato, dato che quasi certamente questa costruzione era adibita anche ad abitazione. Purtroppo, le prime pietre a sparire sono solitamente quelle che costituiscono questo elemento peculiare. Queste pietre, infatti, hanno una forma allungata e solitamente squadrata, rendendole particolarmente attraenti per chi desidera sottrarre materiali dalla costruzione. Inoltre, il fatto che siano posizionate direttamente a terra facilita ulteriormente il loro prelievo.

L’incognita più intrigante riguarda la copertura; infatti, sull’Ortobene, e in generale in Sardegna, le costruzioni circolari campestri, i tradizionali “pinnettos”, hanno il tetto in legno e frasche, mentre sia all’interno che all’esterno di questa struttura circolare sono presenti numerose antiche tegole fatte a mano. Questo fa supporre che potessero far parte del tetto, oppure che siano state portate nella zona successivamente. Sull’Ortobene, solitamente, le rare strutture con tetto in tegole sono di base rettangolare o perlomeno squadrata.

A qualche decina di metri di distanza, superati alcuni ruderi e altri piccoli terrazzamenti, si trova il secondo ovile. Il diametro è ben più ampio del precedente, ma la costruzione si ferma a circa 1/1,5 metri di altezza. All’interno si può notare una piccola nicchia, anche in questo caso nella parete opposta all’ingresso.

Anche qui non è presente “su fochile”, il che rende più complicato stabilire se la costruzione possa essere stata utilizzata come abitazione o come semplice “aggorru”, ossia un recinto per il bestiame.

È quasi un’emozione vedere queste semplici pietre ancora lì, resistendo allo scorrere del tempo, come se volessero raccontare il loro passato e le storie delle mani che le hanno disposte. Queste antiche costruzioni, insieme all’area circostante, rappresentano una testimonianza tangibile della realtà agropastorale che per secoli ha modellato le attività umane sull’Ortobene, svelando il legame indissolubile tra l’uomo e il suo adattamento alla natura circostante, spesso aspra e selvaggia.

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