Stabilità dei minerali
Nelle rocce magmatiche,in generale, la stabilità dei minerali di fronte all’ alterazione procede in ordine inverso rispetto alla loro posizione nella «serie di Bowen». Pertanto, dei minerali riscontrati nei graniti del M.te Ortobene, il quarzo è il più stabile, seguito dal feldspato alcalino, dalla biotite e dagli anfiboli. Si può affermare, quindi, che i minerali sono tanto più alterabili in ambiente di superficie quanto più si sono formati in condizioni da esso differenti. Tra i silicati solo il quarzo è altamente resistente; tutti gli altri possono, invece, venire decomposti chimicamente dopo un periodo d’ attacco più o meno lungo.
Sulla superficie di un cristallo esistono, infatti, valenze non saturate capaci di reagire con le molecole d’acqua. I cationi mono e bivalenti (Ca, Mg, Na, K, ecc.) dei silicati, passando facilmente in soluzione, lasciano libere altre valenze, che favoriscono ulteriormente l’alterabilità dei minerali. Così le porzioni di roccia chimicamente alterate hanno perso la coesione originaria, divenendo più fragili. Il prodotto di questo disfacimento è stato un sabbione granulare composto in prevalenza dalla parte silicea della roccia, principalmente da quarzo. Il dilavamento, legato allo scorrimento superficiale delle acque meteoriche sui versanti del Monte, ha, poi, denudato vaste zone asportando questa pellicola di alterazione.